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Alghero–Bosa: la Sardegna in bicicletta tra mare, vento e silenzio

Ci sono strade che sembrano disegnate apposta per essere percorse in bicicletta. La provinciale 105 che collega Alghero a Bosa è una di queste. Poco più di 45 chilometri affacciati sul Mediterraneo, considerati da molti ciclisti non solo italiani tra i tratti costieri più belli d’Europa. Un percorso che non è soltanto un itinerario cicloturistico, ma un’esperienza sensoriale completa, dove il paesaggio detta il ritmo della pedalata.

Una partenza tra storia e luce

Si parte da Alghero, città catalana di Sardegna, con le sue mura sul mare e le strade lastricate che al mattino profumano di caffè e salsedine. Lasciato il centro storico alle spalle, la strada comincia subito a salire dolcemente, segnale chiaro che il percorso non sarà una semplice passeggiata. Il traffico, soprattutto fuori stagione, è contenuto, e dopo pochi chilometri il rumore delle auto lascia spazio al vento.

La costa che non concede distrazioni

Il tratto centrale del percorso è il cuore dell’esperienza. La strada si arrampica e scende seguendo le pieghe della costa, senza centri abitati intermedi, senza bar, senza deviazioni. Solo asfalto, mare e macchia mediterranea. È una Sardegna aspra e autentica, lontana dalle spiagge affollate, dove il blu del mare cambia tonalità a ogni curva e le scogliere calcaree precipitano verso l’acqua.

Dal punto di vista ciclistico, il percorso è impegnativo ma accessibile: continui saliscendi, pendenze mai estreme ma costanti, che richiedono una buona gestione dello sforzo. Non è una strada da “tutto e subito”, ma da interpretare, lasciando spazio alle soste e allo sguardo.

Il vento, compagno inevitabile

Qui il vento non è un dettaglio, ma un protagonista. Il maestrale soffia spesso deciso, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, e può trasformare il percorso in una sfida fisica e mentale. Affrontarlo fa parte del gioco: chi pedala in Sardegna lo sa. In compenso, l’aria pulita e il cielo limpido regalano una visibilità straordinaria, soprattutto nelle giornate terse, quando lo sguardo sembra spingersi oltre l’orizzonte.

Arrivo a Bosa, premio finale

Dopo l’ultimo strappo, la strada inizia a scendere verso la valle del Temo, l’unico fiume navigabile della Sardegna. Bosa appare all’improvviso, colorata e verticale, con le case pastello che risalgono la collina dominata dal Castello di Serravalle. È un arrivo che ripaga ogni fatica.

Il centro storico invita a fermarsi: una passeggiata lungo il fiume, un piatto di cucina locale, un bicchiere di Malvasia. Qui il cicloturismo incontra il tempo lento, quello che permette di assaporare davvero il viaggio, non solo di archiviarlo su un ciclocomputer.

Quando andare e per chi è il percorso

Il periodo migliore per affrontare la Alghero–Bosa va da marzo a giugno e da settembre a ottobre, quando le temperature sono miti e il traffico ridotto. In estate è percorribile, ma il caldo e il vento richiedono maggiore attenzione, così come una buona scorta d’acqua: lungo il percorso non ci sono fontane né punti di ristoro.

È un itinerario adatto a ciclisti allenati o a cicloturisti con esperienza, ideale con bici da strada o gravel. Non è una ciclabile, ma una strada vera, da percorrere con consapevolezza e rispetto.

Un manifesto del cicloturismo sardo

La Alghero–Bosa non è solo una delle strade più belle della Sardegna: è un manifesto del potenziale cicloturistico dell’isola. Spazi ampi, natura dominante, traffico contenuto e una forte identità territoriale. Pedalare qui significa riscoprire il senso del viaggio in bicicletta: fatica, bellezza e silenzio, senza filtri.Un percorso che non si dimentica facilmente. E che, una volta fatto, chiama sempre a tornare.

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