
Etna in bicicletta: l’anello dei crateri tra boschi lavici e paesi sospesi
Pedalare attorno all’Etna non è solo un’impresa sportiva: è un viaggio dentro un paesaggio che cambia di continuo, un mosaico di colori in cui convivono boschi verdi, colate laviche nere e villaggi dove il tempo sembra essersi fermato. Il cosiddetto “Giro dell’Etna”, da affrontare a tappe o in un’unica giornata allenata, è uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti d’Italia.
Il punto di partenza ideale è Nicolosi, porta naturale del vulcano. La strada si arrampica subito verso il Rifugio Sapienza, con pendenze che oscillano tra il 6% e il 10%. La fatica, però, viene ripagata dall’aria balsamica e dalle prime distese di lava solidificata, nere come carbone e modellate in forme quasi scultoree.
Superato il rifugio, si imbocca la SP92, che scorre sul versante sud-ovest offrendo viste che nelle giornate limpide arrivano fino alla costa siracusana. Qui il percorso diventa più scorrevole: lunghi tratti nel bosco di pino laricio si alternano a radure panoramiche che fanno dimenticare ogni sforzo.
La discesa verso Bronte apre un capitolo diverso della pedalata: il paesaggio si fa rurale, segnato dai terrazzamenti e dai famosi pistacchieti, che in primavera tingono le colline di verde brillante. Proseguendo verso Randazzo, si attraversa uno dei tratti più suggestivi: enormi campi di lava antica, tagliati da piccole strade serpeggianti, dove il silenzio è sospeso come in un paesaggio lunare.
L’ultimo tratto conduce a Zafferana Etnea, con una breve ma intensa salita. Da qui si torna a Nicolosi chiudendo un anello di circa 90 chilometri, impegnativo ma straordinario. Un viaggio che alterna adrenalina e contemplazione, capace di raccontare l’essenza dell’isola: una terra in movimento, potente e viva.


