
Bikepacking in Europa: la libertà di viaggiare leggeri (e senza fretta)
Nessun check-in, nessuna tabella di marcia, nessuna valigia: solo una bicicletta, qualche borsa e la voglia di lasciarsi sorprendere.È la filosofia del bikepacking, la tendenza che sta rivoluzionando il modo di viaggiare su due ruote in Europa.
Dalla Danube Cycle Path che segue il corso del Danubio, alla selvaggia Trans-Pyrenees Route, il bikepacking unisce l’essenzialità del campeggio alla libertà del viaggio lento.
Non servono grandi mezzi, ma spirito di adattamento e curiosità.“Nel bikepacking ogni chilometro conta, non per la distanza, ma per ciò che incontri,” racconta Marco, fotografo e cicloturista che ha attraversato cinque Paesi in tre settimane, dormendo in tenda o in piccoli rifugi.
L’attrezzatura è ridotta all’essenziale: borse morbide fissate al telaio, una tenda ultraleggera, fornellino e kit di riparazione. Tutto deve stare sulla bici e nulla deve pesare troppo.Negli ultimi due anni, il bikepacking è diventato anche un fenomeno sociale. Nelle grandi città europee stanno nascendo “bike hostels”, strutture pensate per accogliere viaggiatori su due ruote, con spazi condivisi e mappe digitali per pianificare le tappe.
Chi sceglie questo tipo di viaggio cerca più l’esperienza che la meta.
Pedalare tra le Alpi slovene o lungo i fiordi norvegesi diventa un modo per rallentare, respirare, tornare al contatto diretto con la natura.Il futuro del cicloturismo sembra quindi puntare verso un concetto di viaggio minimale e autentico, dove ogni strada è una storia da raccontare e ogni pedalata, un ritorno alla libertà.