
Siberia in Bicicletta — Oltre il Freddo, dentro la Libertà
Ci sono viaggi che si scelgono. E altri che ti chiamano. La Siberia, con la sua vastità spietata e affascinante, appartiene alla seconda categoria. È stato un viaggio che non ho deciso a cuor leggero: un itinerario di oltre 1.200 chilometri da Novosibirsk a Irkutsk, tagliando la steppa e costeggiando il maestoso fiume Ob. In sella a una bici caricata come un mulo e spinta da una volontà testarda, ho affrontato temperature sotto lo zero, piogge improvvise, e giornate in cui l’unico suono era quello dei miei pneumatici sulla ghiaia gelata.
Lungo la strada, villaggi di legno con anziani che mi offrivano tè bollente e storie di altri inverni. I volti erano duri, scolpiti dal vento e dal tempo, ma ospitali. Una donna a Krasnoyarsk, vedendomi armeggiare con una camera d’aria congelata, mi ha invitato a casa sua: banya, zuppa calda, e il silenzio condiviso davanti a una stufa a legna. La Siberia è così: essenziale e sincera.
La tappa più toccante? Senza dubbio, il Lago Bajkal. Raggiungerlo è stato come varcare una soglia. L’acqua blu profonda, il ghiaccio che scricchiolava sotto i miei piedi e il silenzio totale mi hanno fatto sentire piccolo, ma straordinariamente vivo.
Pedalare in Siberia non è solo un viaggio geografico. È un attraversamento interiore. Dove il freddo ti prova, il silenzio ti interroga, e la strada ti restituisce la versione più vera di te stesso.