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Pedalare per la salute: le scoperte dell’Università di Glasgow

Un recente studio condotto dall’Università di Glasgow e pubblicato sul British Medical Journal ha rivelato che l’abitudine quotidiana di andare in bicicletta potrebbe avere un impatto significativo nella prevenzione di malattie come il cancro e le patologie cardiovascolari.

Lo studio ha monitorato la salute di circa 260.000 cittadini britannici per un periodo di cinque anni, utilizzando un database che raccoglie dati sanitari di oltre mezzo milione di persone.

I partecipanti allo studio, con un’età media di 50 anni, hanno riferito di percorrere in bicicletta almeno 60 chilometri a settimana. I risultati hanno mostrato che i ciclisti hanno un rischio ridotto del 45% di sviluppare tumori e del 46% di contrarre malattie cardiache rispetto a coloro che si spostano in autobus o in auto privata.

Per coloro che preferiscono camminare per andare al lavoro, i benefici sono leggermente inferiori: si è registrata una riduzione del rischio di malattie cardiache del 27%, mentre non si è osservato alcun miglioramento per quanto riguarda le malattie tumorali.

La differenza significativa tra ciclisti e pedoni potrebbe essere attribuita alla distanza maggiore percorsa dai ciclisti, che comporta un’attività aerobica più intensa. Infatti, i pedoni percorrono in media 6 chilometri a settimana, mentre i ciclisti ne percorrono 30.

Gli autori dello studio hanno precisato che la ricerca si basa su un criterio osservativo, quindi i risultati rappresentano una correlazione di dati e non una relazione causa-effetto scientificamente provata.

Tuttavia, il messaggio degli studiosi è chiaro: promuovere la mobilità sostenibile e i mezzi di trasporto ecologici per gli spostamenti quotidiani non solo migliorerebbe la salute dei cittadini, ma contribuirebbe anche a ridurre l’inquinamento atmosferico e a migliorare la qualità della vita nelle aree urbane.

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