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Elba Gravel

Elba Gravel Traning camp per la Tuscany Extreme

Alla fine l’ho chiamato con un po’ di enfasi Traning Camp per la Tuscany Extreme. Già perché eravamo in 18 e quasi tutti indossavamo la maglia ufficiale dell’evento che ci sarà il 13 giugno, la Randonèe di 211 km con oltre 4300 metri di dislivello che parte (e arriva) da Pescia dopo aver attraversato le salite (cronometrate) del passo del Lucese, Cipollaio, Passo delle Radici a San Pellegrino in Alpe, Abetone e (non cronometrata) Prunetta.

Ci prepariamo per quella, e quindi va bene così. In realtà la “gita” all’Isola D’Elba è un giro in bici in amicizia, anche questo organizzato da Paolo Pagni.

La denominazione ufficiale è “Elba Gravel”. Ma (anche se ci sono un paio di partecipanti in bici gravel) il tracciato è tutto asfalto e si può fare regolarmente in bici da strada.Lo scorso anno ci andammo di febbraio, erano (non lo sapevamo ancora) gli ultimi rigurgiti di libertà prima del lockdown duro per il covid.

Elba Gravel Cantine Arrighi
Elba Gravel
Elba Gravel

Quest’anno a maggio, e con una giornata ideale da 29 gradi e senza vento l’abbigliamento era formato da maglie a maniche corte e classici short. Un toccasana, soprattutto per me che ho sempre dei dubbi su cosa mettere nella borsa cercando di ipotizzare e azzeccare tutte le varianti di clima che ci possono essere. La sveglia è alle 5 (facciamo 4.50 per essere più sicuri…), si carica la bici e lo zaino in auto e via verso Piombino. Il navigatore dice 1 ora e 45 minuti di auto, saranno poco meno, soprattutto dopo che mi raggiungono le macchine di altri partecipanti. Comincio quindi, per gli ultimi 30 km di viaggio, già a mettermi in assetto “cerca di non perdere la scia”.

Elba Gravel
Elba Gravel
Elba Gravel

Subito pasticceria poi si va in bici all’imbarco. Sbarchiamo a Rio Marina, suggestivo e defilato porto da cui dovremmo affrontare subito la salita del Volterraio. Ma Paolo decide di fare un giro diverso, e seppure con una partenza in rampa, all’antica fortezza ci arriviamo più soft. Anche se i più forti “tirano” e io provo a stare con loro.In mezzo non manca una foratura a un membro del gruppo che consente (manco a farlo apposta) di agevolare anche il collegamento per la diretta con Lady Radio.

Elba Gravel
Elba Gravel
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Mentre termino la chiamata dopo le interviste il gruppo si incammina. Comincio una improbabile cronoscalata solitaria per recuperarli. Qui accade una cosa che ricorderò per sempre. Mi supera Alexander Bazhenov, ex ciclista professionista che fa parte della comitiva, un vero e proprio animale da bicicletta, che si era fermato ad aiutare un altro ragazzo che aveva forato. Provo ad attaccarmi a lui e lui adatta la sua andatura alla mia. Dopo pochi chilometri vediamo “la coda del gruppo” e poi gradualmente raggiungiamo gli altri. Mi sono sentito per la prima volta in vita mia come (e sottolineo come) il capitano scortato dal gregario per rientrare nel plotone dopo un inconveniente. Alexander ti porterò per sempre nel cuore…! Grazie per avermi dato questa illusione…Arriviamo poi a Marciana Marina, prima tappa di sosta perché il Bendinelli (nonostante tre colazioni fatte in tre posti diversi) ha fame (come spesso gli accade). Saccheggia pizze e schiacciate. Io mi limito a un coca e una barretta alle nocciole. Ma intanto ci godiamo il panorama fatto di gente in spiaggia e fauna locale… Ora il fatto è che c’è la frana che taglia in due il lungocosta da cui si fa il periplo dell’isola e si vedrebbero la Pianosa e altre isole. Unica soluzione è “tagliare” per il Monte Capanne, l’altura più elevata dell’isola, su per una salita denominata in modo eloquente “tagliagambe”. I “big” del gruppetto fanno la prima parte non troppo forte (per loro) e quindi riesco a stare con loro, anche se non è certo un ritmo da passeggiata.

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Elba Gravel
Elba Gravel

Da lassù panorami splendidi, poi giù dai tornanti in picchiata (occhio al brecciolino) fino alla torre presidio della Repubblica di Pisa. Altri salicendi, visioni di panorami spettacolari, piccole soste, si torna sulla costa e si attraversa Campo nell’Elba, altro scollinamento fino ad arrivare a Lacona dove intravediamo la rinomata spiaggia e proseguiamo. Siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia prevista. Decidiamo quindi di evitare la salita e la sosta a Capoliveri (anche se in sei o sette ci arrivano) e di avviarci a Porto Azzurro per arrivare all’Agriturismo dell’Arrighi dove è previsto il pranzo.Qui parte la rumba delle degustazioni, del primo a base di pesce, della carne (di vario tipo) cucinata in modo sublime, fino al dolce tipico elbano. Risate, vino, buona cucina e buona compagnia, abbinamento sempre perfetto e mai scontato.

Dopo il pranzo, in “allegria”, ci dirigiamo di nuovo in bici verso Portoferraio da dove ci dobbiamo imbarcare (non abbiamo orari, perché il biglietto è libero e traghetti ce ne sono in abbondanza). Rientrano tutti tranne i fenomeni che avevano deciso di dormire sull’isola per rimangiare poche ore dopo (non so come hanno fatto, ma lo hanno fatto, perché sono circolati video quasi fantascientifici di bistecche e tagliate che venivano spolverate) e poi il giorno dopo allenarsi. Noi invece cerchiamo di arrivare al porto in gruppetto, mentre Paolo Pagni, da buon cicloviaggiatore, evidentemente aveva una riserva di boost da spendere e parte da solo a razzo, irraggiungibile avanti che nemmeno Ganna.  Ultimo selfie tutti insieme al porto e ci imbarchiamo, anche se episodi da rievocare e battute proseguiranno anche in nave e poi anche sulla chat di gruppo. Unico inconveniente: Alexander, un po’ perché si distrae un po’ perché trova un addetto alla nave molto (troppo) zelante, non rientra con noi ma sarà costretto a prendere il traghetto successivo.

Elba Gravel Cantine Arrighi
Elba Gravel Cantine Arrighi
Elba Gravel

Per i puristi elenco il conteggio: alla fine mi sono venuti poco più di 113 km (100 quelli fino alla sosta pranzo) ma con 4 ore e 35 pedalate e altre 4 trascorse tra soste per strada e pranzo. Penso sia il mio record di discrepanza tra tempo sui pedali e tempo fermo, io che di solito non mi fermo quasi mai nei miei giri. Anche perché l’anno scorso fermai il Garmin all’arrivo al pranzo per poi attivare un altro giro dall’agriturismo al porto di Portoferraio.

Si sbarca… ma in testa siamo già proiettati a quando sarà la prossima… Presto si spera…

voce e pensiero di Carlo Carotenuto

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