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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 8 ore, 57 minuti fa

    Tra fiume e colline: il Veneto riscopre il turismo lento sulle due ruote Pedalare immersi nella natura, attraversando borghi storici e paesaggi che cambiano chilometro dopo chilometro. In Veneto il turismo in bicicletta continua a crescere e uno dei percorsi più apprezzati dagli appassionati è quello che segue il corso del fiume Sile, un itinerario capace di unire sport, cultura e sostenibilità. Il tracciato si snoda tra Treviso e la laguna di Venezia, seguendo strade arginali e sterrati ben battuti, adatti sia ai cicloturisti sia a chi cerca un’uscita rilassante lontano dal traffico. Lungo il percorso si incontrano antichi mulini, ville venete affacciate sull’acqua e piccoli centri abitati dove il tempo sembra scorrere più lentamente. Uno dei punti di forza del percorso è la sua accessibilità. Le pendenze sono minime e la segnaletica è chiara, rendendo l’itinerario adatto anche alle famiglie e ai ciclisti meno esperti. Non mancano le aree di sosta attrezzate, ideali per una pausa o un picnic, e i collegamenti con la rete ferroviaria consentono di organizzare il viaggio in modo flessibile. Negli ultimi anni le amministrazioni locali hanno investito nel miglioramento delle infrastrutture ciclabili, consapevoli del valore economico e ambientale del cicloturismo. Secondo gli operatori del settore, la domanda è in costante aumento, soprattutto da parte di visitatori stranieri attratti dalla possibilità di scoprire il territorio in modo autentico e sostenibile. Il percorso lungo il Sile rappresenta un esempio concreto di come il Veneto stia puntando sulla mobilità dolce, valorizzando il proprio patrimonio naturale senza snaturarlo. Un invito a rallentare, osservare e riscoprire il territorio a ritmo di pedalata, trasformando la bicicletta non solo in uno strument Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 8 ore, 58 minuti fa

    Spari contro un gruppo di ciclisti in Val d’Adige: paura durante l’allenamento Momenti di forte tensione nella tarda mattinata di ieri lungo la statale 12, in Val d’Adige, nel territorio comunale di Dolcè, dove un gruppo di ciclisti è stato vittima di un inquietante atto intimidatorio. Durante una sessione di allenamento, alcuni atleti della Sc Padovani Polo Cherry Bank, storica formazione padovana, sono stati presi di mira da colpi esplosi da un’auto in transito. Secondo quanto ricostruito attraverso le testimonianze raccolte sul posto, una berlina di colore scuro si sarebbe affiancata al gruppo di corridori. A quel punto, dal finestrino abbassato sarebbero partiti due colpi in direzione dei ciclisti, prima che il veicolo si allontanasse rapidamente facendo perdere le proprie tracce. Resta da chiarire la natura dell’arma utilizzata: non è ancora accertato se si trattasse di proiettili veri o di colpi a salve. In ogni caso, l’episodio ha generato panico e sconcerto, pur senza provocare feriti. La squadra, impegnata nel consueto ritiro di preparazione in vista delle festività natalizie, ha immediatamente attivato le procedure del caso, raccogliendo le dichiarazioni degli atleti per presentare formale denuncia alle autorità competenti. Il presidente della società, Galdino Peruzzo, ha espresso sollievo per il fatto che nessuno sia rimasto ferito, ma anche profonda amarezza per un gesto definito grave e inaccettabile. Peruzzo ha sottolineato come la strada sia parte integrante dell’attività quotidiana dei ciclisti e come la società si impegni costantemente per garantire allenamenti il più possibile sicuri, pur di fronte a rischi imprevedibili. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per individuare il responsabile e fare piena luce sull’accaduto. Gli investigatori stanno passando al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti lungo la statale, nella speranza di risalire alla vettura coinvolta e al suo conducente. L’episodio ha suscitato forte indignazione nel mondo del ciclismo veneto, particolarmente legato alla Val d’Adige, area molto frequentata da professionisti e amatori. Un fatto che riporta drammaticamente al centro dell’attenzione il tema della sicurezza dei ciclisti, troppo spesso esposti a comp Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 9 ore fa

    Cicloturismo in Belgio: un percorso tra infrastrutture efficienti e patrimonio storico Il Belgio si conferma una delle destinazioni europee più organizzate per il cicloturismo. Grazie a una rete ciclabile capillare, a un territorio prevalentemente pianeggiante e a servizi dedicati ai viaggiatori su due ruote, il Paese offre percorsi adatti sia ai cicloturisti esperti sia a chi affronta il primo viaggio in bicicletta. Uno degli itinerari più interessanti attraversa la regione delle Fiandre, collegando città storiche e aree naturali attraverso canali, fiumi e strade secondarie a basso traffico. Il tracciato Il percorso si sviluppa lungo assi ciclabili ben segnalati, sfruttando il sistema nazionale dei nodi ciclabili (knooppunten), che consente di pianificare e modificare facilmente le tappe. Partendo da Bruxelles, è possibile raggiungere Lovanio e Mechelen, proseguire verso Anversa e poi dirigersi a ovest, toccando Gand e Bruges. La distanza complessiva varia in base alle deviazioni scelte, ma l’itinerario resta accessibile grazie all’assenza di dislivelli significativi e alla qualità del fondo stradale. Infrastrutture e sicurezza Il Belgio investe da anni sulla mobilità ciclistica. Le piste sono larghe, ben mantenute e spesso separate dal traffico motorizzato. Nei centri urbani, la bicicletta è parte integrante della viabilità quotidiana, mentre nelle zone rurali si pedala lungo canali e argini, in un contesto sicuro e silenzioso. Segnaletica chiara, aree di sosta attrezzate e collegamenti frequenti con treni regionali rendono il percorso flessibile e facilmente gestibile anche su più giorni. Attraversare le città storiche L’itinerario permette di entrare direttamente nei centri storici di alcune delle città più rappresentative del Belgio. Bruges e Gand offrono un patrimonio architettonico medievale di grande valore, mentre Anversa si distingue per il suo ruolo culturale ed economico contemporaneo. Il passaggio in bicicletta consente una visita meno frettolosa, favorendo soste brevi ma frequenti e una fruizione più diretta degli spazi urbani. Aspetti pratici Il periodo consigliato va da aprile a settembre, quando il clima è mite e le giornate sono più lunghe. Le strutture ricettive bike-friendly sono diffuse lungo tutto il tracciato, così come i servizi di noleggio e assistenza tecnica. Per la navigazione è sufficiente seguire la numerazione dei nodi ciclabili oppure utilizzare le principali applicazioni dedicate al cicloturismo. Un modello europeo Il percorso cicloturistico in Belgio rappresenta un esempio efficace di integrazione tra mobilità sostenibile, valorizzazione del territorio e turismo lento. Un modello che continua ad attirare un numero crescente di viaggiatori, confermando il Paese co Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 giorni, 10 ore fa

    Cade in un canaletto lungo la Provinciale 1: paura per un ciclista, ma nessuna grave conseguenza Paura questa mattina lungo la strada provinciale 1 che conduce a Torre Grande, dove un ciclista è rimasto coinvolto in un singolare incidente nei pressi del capannone della società Caimar. L’episodio si è verificato intorno alle 7, in un orario di traffico moderato, mentre l’uomo stava percorrendo il tratto stradale in sella alla sua bicicletta. Per cause ancora accidentali, il ciclista, residente a Oristano, ha perso il controllo del mezzo ed è finito fuori dalla carreggiata, precipitando nel profondo canaletto che costeggia la strada. La caduta lo ha fatto finire direttamente in acqua, rendendo necessario l’intervento immediato dei soccorsi. Sul posto sono arrivati in breve tempo i vigili del fuoco del comando provinciale di Oristano, insieme agli operatori sanitari del 118. La squadra del 115 ha provveduto al recupero della bicicletta e degli effetti personali del ciclista, compresi i documenti, finiti anch’essi nel canale a seguito della caduta. Contestualmente, il personale sanitario ha prestato le prime cure all’uomo, verificandone le condizioni di salute. Nonostante il grande spavento e la dinamica potenzialmente pericolosa dell’incidente, l’episodio si è fortunatamente concluso senza gravi conseguenze. Il ciclista ha riportato solo alcune lievi contusioni e ha accusato il freddo dovuto al contatto con l’acqua gelata del canaletto, ma non è stato necessario il trasporto in ospedale. L’incidente riporta l’attenzione sulla sicurezza lungo le strade provinciali, in particolare nei tratti dove la presenza di fossi e canali può rappresentare un ulteriore fattore di rischio per ciclisti e pedoni. Una maggiore prudenza alla guida e un’adeguata manutenzione delle infrastrutture restano elementi fondamentali per prevenire situazioni simili. Grazie al tempestivo intervento dei soccorsi, la mattinata si è conclusa senza conseguenze serie, trasformando quello che poteva essere un episodio ben più grave in un Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 4 giorni, 10 ore fa

    Cicloturismo in crescita: nuove rotte, investimenti e un pubblico sempre più internazionale Il cicloturismo continua a guadagnare terreno nel panorama turistico italiano ed europeo, confermandosi uno dei segmenti più dinamici del turismo sostenibile. Complice la crescente attenzione all’ambiente, al benessere e alla scoperta lenta dei territori, viaggiare in bicicletta non è più una nicchia per appassionati, ma una scelta sempre più diffusa tra famiglie, sportivi e viaggiatori stranieri. Negli ultimi mesi si moltiplicano le iniziative dedicate a questo settore. Regioni e comuni stanno puntando con decisione sulla realizzazione e sul completamento di ciclovie a lunga percorrenza, spesso recuperando vecchie ferrovie dismesse o strade secondarie a basso traffico. L’obiettivo è duplice: offrire infrastrutture sicure e attrattive per i cicloturisti e, allo stesso tempo, valorizzare aree interne e borghi meno battuti dai flussi turistici tradizionali. Un ruolo chiave è giocato dalle ciclovie tematiche, che uniscono il viaggio in bici alla scoperta del patrimonio culturale ed enogastronomico. Dai percorsi tra vigneti e cantine alle rotte costiere, fino agli itinerari che seguono fiumi e parchi naturali, l’offerta si fa sempre più articolata e adatta a diversi livelli di preparazione. Cresce anche l’attenzione all’accessibilità, con tracciati pensati per e-bike e servizi dedicati a chi viaggia con bambini. Sul fronte economico, il cicloturismo si conferma una leva importante per lo sviluppo locale. Secondo gli operatori del settore, il turista in bicicletta tende a fermarsi più a lungo rispetto al visitatore mordi e fuggi, privilegiando strutture ricettive locali, ristoranti tipici e prodotti del territorio. Non a caso, aumentano le strutture “bike friendly”, dotate di depositi sicuri, officine di base e servizi di assistenza, così come le agenzie specializzate in viaggi organizzati su due ruote. Anche il pubblico internazionale guarda con interesse all’Italia come meta cicloturistica. Paesaggi, clima, cultura e gastronomia rappresentano un mix vincente, soprattutto per i viaggiatori del Nord Europa e del Nord America, già abituati a muoversi in bicicletta. Le amministrazioni locali, consapevoli di questo potenziale, stanno investendo sempre più nella promozione all’estero e nella segnaletica multilingue. Non mancano, tuttavia, le criticità. La continuità dei percorsi, la manutenzione delle infrastrutture e la convivenza con il traffico automobilistico restano temi centrali. Le associazioni di categoria chiedono una maggiore omogeneità nella qualità delle ciclovie e un coordinamento più efficace tra enti locali, per evitare tratti incompleti o poco sicuri. In prospettiva, il cicloturismo sembra destinato a crescere ancora. L’integrazione con il trasporto pubblico, lo sviluppo delle e-bike e l’uso delle tecnologie digitali per la pianificazione dei viaggi stanno cambiando il modo di vivere la vacanza in bicicletta. Una trasformazione che, se accompagnata da investimenti mirati e da una visione di lungo periodo, potrebbe ren Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 8 ore fa

    L’isola che non ti aspetti: giro ciclabile di Hvar tra lavanda e Adriatico Hvar è conosciuta soprattutto per la movida estiva e i mega yacht, ma basta allontanarsi di pochi chilometri dal porto per scoprire un’isola sorprendentemente selvaggia e perfetta da esplorare in bicicletta. Il giro ciclabile dell’isola di Hvar è un itinerario impegnativo ma spettacolare, riservato a ciclisti allenati o e-bike, capace di restituire un volto inedito della Dalmazia. Il percorso classico parte dalla città di Hvar e si snoda verso l’interno, attraversando campi di lavanda, muretti a secco e strade panoramiche che si affacciano su un Adriatico quasi irreale. Le salite non mancano, soprattutto nei tratti centrali dell’isola, ma sono ampiamente ripagate da discese mozzafiato e viste aperte sulle isole Pakleni. L’asfalto è generalmente in buone condizioni, con traffico ridotto fuori dall’alta stagione. La primavera e l’inizio dell’autunno sono i periodi migliori per pedalare: temperature miti, profumi intensi e un silenzio rotto solo dal vento e dalle cicale. Il ciclismo a Hvar è anche un’esperienza culturale. I piccoli villaggi dell’interno, come Velo Grablje, raccontano una storia agricola fatta di lavanda, vino e olio d’oliva, in netto contrasto con l’immagine mondana della costa. Fermarsi, parlare con i residenti, bere un caffè all’ombra: sono momenti che danno senso al viaggio. Hvar in bici è una sfida fisica, ma soprattutto un invito a guardare oltre la superficie, scoprendo una Croazi Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 5 giorni, 8 ore fa

    Tra mare e pietra: la Parenzana, la ciclabile storica dell’Istria Pedalare lungo la Parenzana significa attraversare la storia con il ritmo lento della bicicletta. Questo ex tracciato ferroviario austro-ungarico, trasformato in uno dei percorsi cicloturistici più affascinanti della Croazia, collega l’Istria interna alla costa adriatica, offrendo un viaggio che è al tempo stesso sportivo, culturale e paesaggistico. La Parenzana croata si sviluppa per circa 80 chilometri, da Buje a Poreč, seguendo un tracciato dolce e accessibile, ideale anche per ciclisti non esperti. Il fondo è in gran parte sterrato compatto, perfetto per gravel e trekking bike, mentre il dislivello resta contenuto grazie alla natura ferroviaria del percorso. Il vero valore aggiunto sta nel panorama: vigneti, uliveti, colline punteggiate di borghi medievali come Grožnjan e Motovun, fino al blu intenso del mare che accompagna l’arrivo a Poreč. Lungo il percorso si attraversano gallerie, viadotti in pietra e vecchie stazioni riconvertite in punti di ristoro, testimoni silenziosi di un passato industriale oggi restituito alla lentezza. La Parenzana non è solo una pista ciclabile, ma un progetto culturale transfrontaliero che unisce Italia, Slovenia e Croazia. In Istria, in particolare, diventa un modo sostenibile per scoprire l’anima più autentica della regione, lontano dal turismo balneare e vicino ai sapori locali: vino Malvasia, tartufi e cucina istriana completano l’esperienza. Un percorso che racconta come l Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 10 ore fa

    Tra Alpi e laghi smeraldo: la ciclovia della Valle della Soča La Slovenia è un paese che sorprende per compattezza e varietà. In poche decine di chilometri si passa dalle vette alpine all’Adriatico, dai boschi fitti ai fiumi color smeraldo. La Valle della Soča, nel nord-ovest del Paese, rappresenta forse la sintesi più riuscita di questa ricchezza naturale ed è oggi una delle mete più ambite dal cicloturismo europeo. Il percorso segue il corso del fiume Soča – Isonzo per gli italiani – dalla sorgente nei pressi del Passo della Moistrocca fino alla cittadina di Tolmino, attraversando un territorio che è al tempo stesso selvaggio e profondamente segnato dalla storia. Si pedala immersi nel Parco Nazionale del Triglav, lungo strade secondarie ben asfaltate, con traffico ridotto e panorami che cambiano a ogni curva. La prima parte del tracciato è la più impegnativa: salite regolari, gallerie scavate nella roccia e discese tecniche che richiedono attenzione, ma regalano emozioni forti. Il colore irreale del fiume accompagna il ciclista come una linea guida naturale, mentre ponti sospesi e forre profonde ricordano quanto questo territorio sia stato modellato dall’acqua. Oltre alla dimensione paesaggistica, la valle è anche un museo a cielo aperto della Prima Guerra Mondiale. Fortificazioni, trincee e piccoli musei raccontano le battaglie dell’Isonzo, aggiungendo profondità culturale a un itinerario già straordinario dal punto di vista sportivo. Dal punto di vista cicloturistico, la valle offre un’ottima accoglienza: strutture bike-friendly, campeggi, agriturismi e una cucina locale semplice ma sostanziosa, ideale per recuperare energie. È un percorso adatto a ciclisti allenati, ma affrontabile anche in più tappe, trasformandolo in un viaggio lento e contemplativo. La Valle della Soča non è solo una destinazione: è un’esperienza sensoriale comp Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 6 giorni, 10 ore fa

    Dalle miniere ai vigneti: pedalando sulla Parenzana slovena C’è un filo invisibile che unisce Trieste a Parenzo, ed è fatto di ghiaia compatta, gallerie ombrose e viadotti sospesi. È la Parenzana, l’ex ferrovia austro-ungarica trasformata in una delle ciclovie più affascinanti d’Europa. Il tratto sloveno, breve ma intenso, rappresenta un concentrato perfetto di cicloturismo slow. Il percorso entra in Slovenia da Sečovlje, vicino alle storiche saline, e si snoda verso l’interno passando per Portorož, Isola e Capodistria, alternando tratti costieri a dolci colline. Qui il ritmo cambia: non servono grandi prestazioni, ma la voglia di osservare, fermarsi, respirare. Il fondo è in gran parte sterrato, ben battuto e adatto a gravel e trekking bike. Le pendenze sono moderate, grazie all’eredità ferroviaria del tracciato, e permettono una pedalata fluida, accessibile anche ai meno esperti. Le gallerie scavate nella roccia offrono riparo dal sole estivo e raccontano, silenziosamente, un passato industriale ormai scomparso. Uno dei punti di forza della Parenzana slovena è il rapporto diretto con il territorio umano. Si attraversano piccoli borghi, vigneti terrazzati e uliveti, con frequenti occasioni per una sosta gastronomica. Vini locali, olio d’oliva e piatti della tradizione istriana diventano parte integrante del viaggio. Capodistria segna simbolicamente la fine del tratto sloveno, ma anche l’inizio di una riflessione più ampia: la Parenzana non è solo una ciclovia, è un progetto culturale che ha restituito vita a un’infrastruttura dimenticata, trasformandola in un ponte tra nazioni, storie e viaggiatori. Per chi cerca un’esperienza cicloturistica autentica, lontana dal traffico e vicina alle persone, la Parenzana in Slovenia è una scelta natural Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    Cappadocia in bicicletta: pedalare tra i camini delle fate La Cappadocia è uno di quei luoghi che sembrano progettati per essere attraversati lentamente. In bicicletta, tra altipiani vulcanici e valli scolpite dal vento, il viaggio assume una dimensione quasi meditativa. Questo itinerario ad anello, con partenza e arrivo a Göreme, è ideale per chi cerca un’esperienza cicloturistica intensa ma accessibile, dove il paesaggio è il vero protagonista. Il percorso si sviluppa su strade secondarie e sterrati battuti, attraversando le valli di Uçhisar, Avanos, Çavuşin e Mustafapaşa. Le salite non mancano, ma sono quasi sempre ripagate da discese panoramiche e da viste surreali: i celebri camini delle fate, le chiese rupestri affrescate, i villaggi scavati nella roccia. Pedalare all’alba, mentre le mongolfiere colorano il cielo, è un’esperienza che da sola vale il viaggio. Dal punto di vista ciclistico, la Cappadocia richiede una bici gravel o MTB, soprattutto se si vuole esplorare le valli meno battute come la Red Valley o la Love Valley. Le distanze giornaliere sono contenute (40–70 km), ma il fondo stradale e il dislivello suggeriscono di non sottovalutare l’impegno. L’ospitalità turca è un altro punto di forza: pensioni a gestione familiare, piccoli ristoranti locali e la possibilità di dormire in hotel scavati nella roccia rendono il viaggio confortevole anche per chi viaggia in autonomia. La Cappadocia, in bici, non è solo una de Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana fa

    La Costa Licia: cicloviaggio tra mare e rovine antiche Se la Cappadocia affascina per i suoi paesaggi lunari, la Costa Licia, nel sud-ovest della Turchia, conquista con il contrasto continuo tra il blu del Mediterraneo e le montagne che si tuffano nel mare. Questo itinerario lineare segue in parte il tracciato dell’antica Via Licia, collegando Fethiye ad Antalya lungo uno dei tratti costieri più spettacolari del Paese. È un percorso più impegnativo dal punto di vista fisico: le salite sono frequenti e spesso lunghe, ma il traffico è generalmente limitato, soprattutto scegliendo le strade interne. In cambio, il cicloturista viene premiato con panorami aperti sul mare, calette selvagge e siti archeologici che emergono all’improvviso lungo la strada, come Xanthos, Patara, Olympos e Phaselis. La Costa Licia è perfetta per un viaggio a tappe, con giornate da 70–100 km, adattabili in base al livello di allenamento. L’asfalto è generalmente buono, ma una bici da turismo robusta o una gravel permettono maggiore libertà di esplorazione. Il clima mediterraneo consente di pedalare quasi tutto l’anno, anche se primavera e autunno restano le stagioni ideali. Culturalmente, questo itinerario è un continuo incontro: piccoli villaggi di pescatori, mercati locali, rovine greco-romane immerse nella vegetazione. La sera, dopo una giornata in sella, nulla è più gratificante di una cena a base di pesce fresco e meze, con il rumore del mare in sottofondo. La Costa Licia rappresenta la Turchia più aperta e solare, dove il cicloturismo diventa un modo privilegiato per leggere il territorio, unendo s Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 1 giorno fa

    Tragedia sulle strade di Ghedi: ciclista perde la vita dopo un incidente con un mezzo pesante Un grave incidente stradale si è verificato nelle scorse ore a Ghedi, nel Bresciano, dove una donna di 62 anni ha perso la vita mentre stava percorrendo la strada in bicicletta. L’episodio ha scosso la comunità locale e riporta al centro dell’attenzione il tema della sicurezza dei ciclisti sulle strade. Secondo le prime ricostruzioni, la donna stava viaggiando in sella alla propria bici quando, per cause ancora in fase di accertamento, è stata coinvolta in un impatto con un camion. L’urto si è rivelato purtroppo fatale. Sul luogo dell’incidente sono giunti rapidamente i mezzi di soccorso dell’AREU, ma ogni tentativo di rianimazione si è rivelato inutile: i sanitari non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. La strada interessata dall’incidente è stata temporaneamente chiusa o regolata per consentire i rilievi e garantire la sicurezza durante le operazioni di soccorso. La Polizia Stradale ha avviato le indagini per chiarire l’esatta dinamica dell’accaduto, raccogliendo testimonianze e analizzando eventuali immagini utili a ricostruire quanto successo nei momenti precedenti all’impatto. L’ennesima vittima della strada riaccende il dibattito sulla convivenza tra mezzi pesanti e utenti più vulnerabili, come ciclisti e pedoni. La bicicletta è sempre più utilizzata sia per gli spostamenti quotidiani sia per il tempo libero, ma resta fondamentale garantire condizioni di maggiore sicurezza, attraverso infrastrutture adeguate, attenzione alla guida e rispetto reciproco. La comunità di Ghedi si stringe ora nel cordoglio per la perdita di una vita, in attesa che gli accertamenti facciano piena luce sull’accaduto e sulle eventuali responsabilità. Una tragedia che lascia dolore e Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 2 giorni fa

    Il cicloturismo non è più una nicchia: cresce in Italia la domanda di viaggi lenti su due ruote Il cicloturismo in Italia ha superato definitivamente la fase sperimentale. Non è più un fenomeno per appassionati né una tendenza passeggera: oggi rappresenta uno dei segmenti più dinamici del turismo outdoor, con ricadute economiche, sociali e territoriali sempre più evidenti. Negli ultimi anni, complice la ricerca di viaggi sostenibili e di esperienze autentiche, la bicicletta è diventata un mezzo centrale per esplorare il territorio. Dalle grandi ciclovie nazionali ai percorsi minori lungo fiumi, ferrovie dismesse e aree rurali, l’offerta si è ampliata e diversificata, intercettando un pubblico eterogeneo: famiglie, viaggiatori stranieri, over 60, ma anche ciclisti sportivi che scelgono la lentezza come valore. A cambiare non è solo il numero dei viaggiatori, ma il modo di viaggiare. Il cicloturista medio resta più a lungo, spende sul territorio e privilegia strutture ricettive locali, ristorazione tipica e servizi legati alla bici. Un modello che interessa sempre più amministrazioni, soprattutto nei piccoli comuni, dove le ciclovie stanno diventando uno strumento concreto di rigenerazione turistica. Negli ultimi mesi si moltiplicano infatti gli interventi pubblici su infrastrutture ciclabili, segnaletica dedicata e servizi bike-friendly. Non solo nuove piste, ma collegamenti tra reti esistenti, messa in sicurezza di tratti critici e recupero di percorsi storici. L’obiettivo è chiaro: trasformare la bicicletta da attività ricreativa a chiave di accesso al territorio. Anche il mercato risponde. Crescono i tour operator specializzati, le strutture certificate per l’accoglienza dei ciclisti e le proposte di viaggio “chiavi in mano”, soprattutto per il pubblico internazionale, da sempre attratto dal mix italiano di paesaggio, cultura ed enogastronomia. Il cicloturismo si conferma così un indicatore di cambiamento più ampio. Racconta un turismo che rallenta, che sceglie strade secondarie e che redistribuisce i flussi lontano dalle mete sovraffollate. Una trasformazione silenziosa, ma ormai strutturale, che mette la bicicletta al centro di una nuova idea di viaggio.Per chi pedala, e per chi vive i territor Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 3 giorni fa

    Pedalare meglio: le tecniche che ogni cicloturista dovrebbe conoscere Nel mondo del cicloturismo, la differenza tra una giornata memorabile e una pedalata interminabile non la fa soltanto la condizione fisica. A incidere in maniera decisiva è la tecnica: una combinazione di postura, gestione delle forze e scelta consapevole dei movimenti che permette di pedalare più a lungo, con maggiore efficienza e minore fatica. E, soprattutto, di godersi la strada. La postura: il primo alleato del cicloturista Sedersi nel modo corretto in sella non è un dettaglio estetico, ma un fattore determinante per evitare dolori a schiena, collo e mani. Gli esperti ricordano che la posizione ideale è quella che consente di mantenere la schiena leggermente inclinata, le spalle rilassate e i gomiti morbidi. Una regolazione accurata di altezza della sella e arretramento permette inoltre di spingere sui pedali con il giusto angolo, migliorando l’efficienza del gesto e riducendo il dispendio di energia. La pedalata circolare: l’arte della continuità Molti cicloturisti pedalano “a spinta”, concentrando la forza solo nella fase discendente. La tecnica corretta, invece, è quella della pedalata rotonda, che distribuisce lo sforzo su tutto il giro del pedale: spinta, trascinamento, sollevamento e accompagnamento. Non si tratta di un movimento naturale, ma si può allenare. Il risultato è una pedalata più fluida, che riduce gli sprechi e alleggerisce il carico sulle ginocchia, particolarmente preziosa nelle lunghe tappe con dislivello. Cambiare marcia al momento giusto La gestione del cambio è un altro aspetto spesso sottovalutato. Anticipare la cambiata è la regola d’oro: scalare prima di una salita evita di ritrovarsi a spingere nel rapporto sbagliato, costringendo il motore umano a uno sforzo improvviso che può affaticare. Nelle discese, invece, conviene mantenere un rapporto neutro che consenta di riprendere velocità in modo fluido quando il terreno torna pianeggiante. Un uso intelligente del cambio permette di mantenere una cadenza costante, considerata dagli istruttori la chiave della resa nel lungo periodo. Frenata e controllo in curva Le tecniche di frenata meritano un capitolo a parte. Sul bagnato o in presenza di ghiaia, frenare solo con la ruota anteriore può risultare rischioso: la distribuzione ideale è 60% all’anteriore e 40% al posteriore, riducendo in progressione la pressione sulle leve. In curva, il principio è semplice: rallentare prima, impostare la traiettoria, guardare l’uscita. Il peso del corpo deve seguire la bici, non contrastarla. Una buona gestione delle curve, oltre a migliorare la sicurezza, rende l’esperienza complessivamente più piacevole. Gestione dell’energia: il ritmo giusto fa la differenza Per chi viaggia in bici, la tecnica non si ferma alla meccanica del gesto. Significa anche saper dosare le energie. Procedere a velocità costante, evitare scatti inutili e mantenere una cadenza regolare sono abitudini che permettono di coprire molti chilometri senza arrivare a fine giornata completamente svuotati. Molti cicloturisti esperti adottano la regola del “70%”: viaggiare a un’intensità che consente di parlare senza affanno. Una tattica semplice che favorisce la resistenza e riduce il rischio di esaurire le forze prima del previsto. Manutenzione essenziale: una competenza tecnica da non sottovalutare Infine, la tecnica passa anche dalla gestione del mezzo. Saper controllare la pressione delle gomme, pulire e lubrificare la catena, sistemare la posizione delle leve e sostituire una camera d’aria sono competenze minime m Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 4 giorni fa

    Pedalando tra fiordi e silenzi: il fascino del Nord Europa in bicicletta C’è un momento, mentre pedali nel Nord Europa, in cui il silenzio diventa quasi tangibile. Succede quando la strada sterrata lascia spazio a un sentiero di ghiaia compatta, quando il bosco si apre e rivela un fiordo che brilla come un metallo liquido sotto un cielo lattiginoso. È in quell’istante che capisci perché tanti cicloturisti scelgono queste latitudini: qui la natura non è sfondo, ma protagonista assoluta. Un percorso tra Norvegia e Svezia L’itinerario che abbiamo scelto corre per poco più di 250 chilometri, dalla costa norvegese alle foreste svedesi del Västergötland. Un tracciato misto che alterna piste ciclabili curate, tratti di strada secondaria e lunghi segmenti immersi nella wilderness nordica. La partenza è fissata a Halden, cittadina norvegese affacciata su un fiordo serpeggiante. Fin dai primi chilometri si percepisce l’attenzione che il Nord Europa riserva alla mobilità dolce: segnaletica impeccabile, manto stradale uniforme e zero traffico pesante. Si sale lentamente verso il confine svedese, tra casette rosse e pascoli punteggiati di pecore. Il ritmo lento della natura Il cuore del percorso è senza dubbio l’attraversamento delle foreste svedesi. Qui gli abeti sembrano colonne gotiche, il muschio ricopre ogni roccia e i laghi compaiono all’improvviso, immobili come specchi. È in questi spazi che il cicloturista ritrova un rapporto diverso con la distanza: non conta più il numero di chilometri, ma il modo in cui li si vive. Pedalare qui significa accettare un ritmo più lento. Le pause diventano parte integrante del viaggio: riempire la borraccia con l’acqua di un ruscello limpido, scattare una foto a un capriolo che attraversa il sentiero, godersi un caffè caldo in una baita dove il legno profuma di resina. Incontri sulla strada Nonostante l’apparente isolamento, i cicloturisti non si sentono mai soli. Nelle piccole località che punteggiano il percorso, gli abitanti sono abituati a vedere passare viaggiatori a due ruote. Un meccanico improvvisato, un pescatore che offre un consiglio sul meteo, una famiglia che invita a provare i kanelbullar appena sfornati: sono gesti che trasformano il viaggio in esperienza. La cittadina di Åmål, affacciata sul lago Vänern, rappresenta la pausa ideale: un piccolo porto, un lungolago tranquillo e un campeggio perfettamente attrezzato accolgono i viaggiatori in cerca di una notte ristoratrice. Ultime pedalate verso il lago L’ultima parte del percorso scorre lungo lunghe piste ciclabili che costeggiano il grande lago Vänern. Qui il vento può essere un compagno impegnativo, ma lo spettacolo che offre la luce nordica che cambia colore a ogni ora ripaga ogni sforzo. L’arrivo a Lidköping segna la fine dell’itinerario: un traguardo simbolico che lascia il sapore di un viaggio fuori dal tempo. Perché scegliere il Nord Europa Pedalare nel Nord Europa non significa solo attraversare paesaggi straordinari. Vuol dire sperimentare un modo diverso di vivere il viaggio: più silenzioso, più rispettoso, più autentico. È un invito a rallentare, a lasciarsi attraversare dai luoghi invece di attraversarli soltanto. Per chi cerca una destinazione dove il cicloturismo è cultura, infrastruttura e natura allo stesso tempo, quest Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    Cresce il cicloturismo in Italia: boom di viaggi lenti e borghi “bike friendly” Il cicloturismo non è più un fenomeno di nicchia: lo dicono i numeri e lo confermano le destinazioni italiane che stanno investendo in infrastrutture dedicate. Nel 2024 le presenze legate ai viaggi su due ruote sono cresciute del 28%, con punte in Emilia-Romagna, Trentino e Puglia. Il trend continua nel 2025, trainato dalla ricerca di esperienze autentiche e dalla volontà di ridurre l’impatto ambientale delle proprie vacanze. Sempre più borghi, spesso distanti dalle rotte del turismo di massa, stanno diventando veri centri “bike friendly”. Si moltiplicano i servizi pensati per chi viaggia in sella: officine mobili, bike hotel, aree di ricarica per e-bike, punti panoramici attrezzati e reti di sentieri ricondizionati. Anche le piccole realtà agricole colgono l’occasione: agriturismi e cantine stanno proponendo pacchetti che uniscono degustazioni e pedalate. Secondo un recente studio di settore, il turista in bicicletta ha un impatto economico più diffuso rispetto al turista tradizionale: spende di più nei piccoli negozi, nei ristoranti locali e nelle strutture ricettive familiari. “Non è un turismo mordi e fuggi”, spiega un operatore piemontese, “ma un turismo che restituisce valore al territorio”. La crescita delle e-bike ha reso accessibili itinerari che un tempo erano riservati ai più allenati. Questo ampliamento del pubblico sta portando nuove sfide: manutenzione dei sentieri, educazione alla convivenza tra ciclisti e escursionisti, sicurezza stradale nelle aree rurali. Il futuro del cicloturismo in Italia sembra quindi promettente, a patto che si continui a investire in infrastrutture e promozione. Ma una cosa è certa: sempre più viaggiatori scelgono di rallentare e scoprire il Paese pedalando, un modo s Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 5 giorni fa

    “Sulle tracce dei fiumi”: nasce la ciclovia fluviale che unisce città e natura Unire le rive di un grande fiume attraverso una rete ciclabile continua, sicura e accessibile: è questo l’obiettivo del progetto Sulle tracce dei fiumi, la nuova ciclovia fluviale che entro il 2026 collegherà tre capoluoghi e oltre venti comuni lungo 160 chilometri di percorso. I primi 45 chilometri, recentemente aperti al pubblico, stanno già attirando cicloturisti da tutta Italia. La ciclovia segue l’antico tracciato delle vie commerciali fluviali, passando accanto a ponti storici, riserve naturali e piccoli porti di campagna. Il fondo è misto, con lunghi tratti in asfalto e segmenti sterrati compatti, adatti anche alle trekking bike e alle e-bike. Una particolare attenzione è stata posta alla sicurezza: dove il tracciato costeggia strade trafficate sono state installate barriere verdi fonoassorbenti e una segnaletica luminosa che si attiva con il passaggio dei ciclisti. Particolarmente suggestivo è il tratto che attraversa la Riserva del Bosco delle Anse, un corridoio ecologico popolato da aironi e martin pescatori. Qui la ciclabile procede silenziosa tra pioppi e ontani, con aree di sosta in legno riciclato e pannelli che spiegano la storia e l’habitat del fiume. Non mancano servizi essenziali: punti acqua, colonnine di ricarica e un sistema di “bike sos” collegato con le officine dei comuni limitrofi. Il progetto sta generando entusiasmo tra gli operatori locali. Molte realtà agricole stanno già collaborando per creare un “passaporto del fiume”, una sorta di taccuino che i cicloturisti potranno timbrare lungo le tappe ufficiali e completare con degustazioni di prodotti tipici. “È un modo per far riscoprire il valore culturale del fiume, spesso percepito come un confine invece che come un legame”, spiega uno dei promotori. La ciclovia fluviale si candida a diventare uno dei nuovi grandi assi del cicloturismo italiano: un percorso ideale per chi cerca natura, storia e Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    Ande peruviane: il circuito della Valle Sacra tra archeologia e altitudine CUSCO, PERÙ – Pedalare nella Valle Sacra degli Inca significa immergersi in un paesaggio che unisce storia millenaria e scenari d’alta quota. Il circuito cicloturistico che collega Cusco, Pisac, Urubamba e Ollantaytambo è oggi uno dei percorsi più apprezzati del Perù dagli appassionati di mountain bike e gravel. Non tanto per la difficoltà tecnica, variabile a seconda delle varianti scelte, quanto per la singolare densità culturale che caratterizza la regione. Le altitudini, che oscillano tra i 2.800 e i 3.700 metri, richiedono acclimatazione, ma offrono panorami che ripagano ogni sforzo: terrazze agricole scolpite sulle montagne, fiumi che tagliano la valle e villaggi dove la tradizione quechua è ancora profondamente radicata. Ogni tappa racconta un pezzo di storia andina che convive con un presente rurale fatto di mercati, coltivazioni di mais e piccole comunità artigianali. Il tratto Pisac–Urubamba è tra i più fotografati: una lunga discesa panoramica che, costeggiando terrazzamenti inca e falesie rosse, porta al cuore della valle. Da Ollantaytambo, molti cicloturisti proseguono fino al punto di accesso per Aguas Calientes, porta d’ingresso a Machu Picchu, anche se la parte finale spesso richiede il trasporto bici su treno. La Valle Sacra rappresenta un raro equilibrio tra avventura e cultura. Per il cicloturista, qui la fatica non è solo fisica: è parte integrante di un viaggio che attraversa secoli di civiltà e che, ancora oggi, co Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 1 settimana, 6 giorni fa

    Sulla Carretera Austral: pedali nel cuore più autentico della Patagonia PATAGONIA, CILE – La Carretera Austral non è solo una strada: è un corridoio di terre estreme che da decenni affascina viaggiatori e ciclisti provenienti da tutto il mondo. I suoi 1.240 chilometri, da Puerto Montt a Villa O’Higgins, attraversano fiordi, foreste pluviali e villaggi che sembrano sospesi nel tempo. Pedalarla significa confrontarsi con la natura in una delle sue forme più pure e contraddittorie: bella e brutale allo stesso tempo. Il percorso, in gran parte sterrato, richiede una buona preparazione fisica e una certa resilienza. Il vento patagonico, spesso imprevedibile, può trasformare una tappa moderata in una sfida impegnativa. Nonostante ciò, la ricompensa è immediata: ogni curva offre una nuova prospettiva su laghi turchesi, ghiacciai che scendono a valle o montagne che sembrano emergere direttamente dall’oceano. I punti più suggestivi includono il Parco Nazionale Queulat, con il celebre ghiacciaio sospeso, e la zona di Puyuhuapi, dove le acque tranquille del fiordo creano un contrasto sorprendente con le fitte foreste circostanti. In molti tratti la strada è poco trafficata, una condizione che aumenta la sensazione di isolamento ma anche la sicurezza per chi viaggia in bici. La Carretera Austral non è un itinerario per chi cerca comodità. È, al contrario, un simbolo di lentezza, resistenza e contatto con un territorio che custodisce ancora un forte senso di autenticità. È proprio questa naturale asprezza che continua ad attrarre cicloturisti da og Continua a leggere

  • Matteo ha scritto un nuovo articolo 2 settimane fa

    California Coast Route: la Pacific Highway vista dal sellino Se esiste un luogo in cui il cicloturismo incontra l’iconografia del viaggio on the road, quel luogo è la California. La California Coast Route segue la celebre Highway 1 per oltre mille chilometri lungo il Pacifico, da San Francisco ai confini con il Messico. Un itinerario meno selvaggio della Great Divide, ma non per questo meno spettacolare: qui sono il vento, l’oceano e le scogliere a dettare il ritmo. Si parte dal Golden Gate Bridge, simbolo inconfondibile e scenografico. Pedalare lungo il ponte è il primo momento in cui si percepiscono la forza delle correnti e il respiro dell’oceano. Subito dopo, la strada si tuffa in un susseguirsi di baie e punti panoramici: Stinson Beach, Point Reyes, le spiagge dove il Pacifico s’infrange con forza quasi coreografica. Big Sur è il tratto più iconico: curve scolpite nella roccia e scogliere che precipitano nel blu profondo. Qui la bici dà un vantaggio unico: il tempo per fermarsi, osservare, ascoltare. Nelle prime ore del mattino la nebbia oceanica copre la costa come un velo sottile, lasciando spazio a cieli limpidi nel pomeriggio. Gli avvistamenti di leoni marini e balene sono tutt’altro che rari. Più a sud, la strada cambia scenografia. Le colline lasciano spazio alle spiagge di Malibu, al sole sempre presente e alle infinite sfumature della cultura californiana: surfisti all’alba, caffetterie che sembrano uscite da un film, centri urbani dove il cicloturista trova assistenza e ristoro. Los Angeles segna il passaggio verso l’ultima parte del viaggio, che si chiude a San Diego, città piacevole da esplorare su due ruote. La California Coast Route è un percorso ideale per chi cerca un equilibrio tra natura e comodità. Richiede allenamento, certo, ma regala emozioni accessibili anche a cicloturisti non estremi: panorami maestosi, cittadine ac Continua a leggere

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