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Cicloturismo

Il blog dedicato al cicloturismo ed ai viaggi in bicicletta

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  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 1 giorno, 5 ore fa

    Granfondo Puccini Ritiro Pettorale e Iscrizioni al Pinturicchio Lucca Granfondo Puccini Ritiro Pettorale e Iscrizioni al Pinturicchio Lucca, in Via Borgo Giannotti 127, Lucca, Italy, Sabato 13 aprile dalle 15:00 alle 19:00 Ritiro Pettorali al Pinturicchio Granfondo Puccini Citta di Lucca Sabato 13 dalle 15:00 alle 19:00 e Domenica 14, direttamente dalla zona di partenza del Baluardo San Frediano dalle Mura di Lucca, dalle 7:00 alle 8:00 possibilità anche di acquistare il pettorale direttamente all’iscrizione presentandosi con la tessera, o acquistandone una giornaliera, e con il certificato medico agonistico per Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 2 settimane, 4 giorni fa

    Relive Percorso Lungo Granfondo Puccini Città di Lucca Relive Percorso Lungo Granfondo Puccini Città di Lucca percorso definitivo, 4 cronoscalate Fiano Loppeglia, Passo Sella, Ghivizzano, Gromignana, Aquilea, Partenza e arrivo dalle Mura di Lucca 🗓 Domenica 14 Aprile 2024 Link Iscrizioni https://join.endu.net/fee/87773 sito Ufficiale della Manifestazione htt Continua a leggere

  • Redazione ha scritto un nuovo articolo 5 mesi, 3 settimane fa

    Strada degli Eroi

    Qualche tempo fa avevamo visto degli articoli sulla strada delle 52 gallerie , percorso che in questo momento e percorribile ma senza bici, ma circa 1 mese fa dopo aver visto un post pubblicato da Paolo Pagni, dove 2 ragazzi percorrevano la strada degli eroi con le gravel , abbiamo iniziato a prendere in considerazione la possibilità di andare a fare una escursione sulla strada degli eroi.

    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie

    Dopo alcune date rimandate per problemi vari il 7 ottobre siamo partiti per questa avventura 5,30 partenza, orario previsto di arrivo ore 9,30 a pian delle Fugazze 1150 di quota Alle 10 eravamo in bici , una giornata splendida , sole , niente nuvole con temperatura di 14 gradi e una leggera brezza. Abbiamo iniziato la nostra ascesa con destinazione il rifugio Achille Papa Le prime rampe sono toste ma il fondo è perfetto, saliamo con tranquillità fermandosi spesso a fare foto e filmati, arriviamo alla galleria generale D’Havet , un foro nella montagna che fa intravedere dall’altra parte un scorcio di cosa ci aspettava , avanzando nella galleria si aveva sempre più la percezione di un panorama da mozzafiato Le foto non possono rendere l’idea di quello che si vede , una strada Bianca scavata lungo la montagna ci avrebbe portato sino al rifugio Achille Papa , oltrepassando gallerie scavate nella roccia dai soldati della prima guerra mondiale Avanziamo lentamente, quella strada va gustata metro dopo metro , le foto e filmati si accavallano alle pedalate portandoci in 1 ora e mezzo poco più al rifugio. Qualche foto ad un cimitero militare ed a una capellina sopra il rifugio poi Panino birra e giù per la strada degli scarubbi ,una strada che ti porta all’imbocco della strada delle 52 gallerie. La discesa è tecnica con fondo smosso da porci attenzione perché di lato c’è uno strapiombo notevole , ma anche qui la vista è attratta dal panorama che ci circonda . Arriviamo in fondo alla discesa e dopo un tratto di asfalto e uno strappo finale torniamo a pian delle Fugazze. Percorso ad anello di 32km e 1200mt di dislivello Abbiamo trovato bici gravel che sulla discesa hanno avuto qualche difficoltà a causa del fondo smosso Sicuramente torneremo con più calma per scoprire altri percorsi che abbiamo visto

    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie
    Strada degli Eroi, strada delle 52 gallerie

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    Sicilia – Capo Nord su un velocipede ottocentesco   Buongiorno, sono fiero di presentarvi quella che potrebbe essere l’impresa cicloturistica dell’anno che ha visto il passaggio anche per la splendida Sicilia: il primo biciclo della storia ad arrivare a Capo Nord dopo 6700 km di pedalata, con 47.000 mt di dislivello. Partito dall’ultima spiaggia della Sicilia a Portopalo di Capo Passero (SR) fino a Capo Nord in 78 tappe, distribuite in 3-4 mesi, pieni zeppi di imprevisti. Tutto senza sponsor e in sella a una replica di un biciclo degli anni 1870-1890, passando lungo questo itinerario: la costa tirrenica della Calabria, Salerno, Napoli, Latina, Roma, Viterbo, Orvieto, Firenze, Prato, Bologna, Ferrara, Padova, Bolzano, Innsbruck, Monaco, Regensburg, Repubblica Ceca, Lipsia, Berlino, Lubecca, penisola dello Jutland in Danimarca, e poi in Svezia da Göteborg a Östersund, ad Arieplog, lungo la selvaggia strada mediana centrale, e infine in Norvegia attraverso le splendide isole Lofoten e Senja e i fiordi dopo Tromso.

    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

    E’ una notizia non solo bella e piena di motivazione, ma anche leggera e adatta all’intrattenimento, con un potenziale commerciale incredibile, i cui numeri si possono vedere per esempio da questo video ripreso casualmente: Credo che voi siate tra i pochi Media a comprendere la portata di quello che ho fatto, gli altri purtroppo hanno preferito l’impresa a Capo Nord su una Panda o su una Renault 4 … Qui sotto segue la traccia-resoconto: Sono tantissimi i modi in cui ogni anno ognuno intraprende la propria sfida per arrivare fino a Capo Nord, ma il modo in cui l’ha compiuta Massimo Zaffari, classe 1973, padovano residente da 27 anni tra Laives e Bronzolo (BZ), Maresciallo dei Carabinieri di stanza al 7° Reggimento “Trentino Alto Adige”, ha tutti i tratti di una prova d’altri tempi, difficile da inquadrare: un gesto che ha il sapore dell’avventura, a metà strada tra l’impresa e la goliardia. Un viaggio cicloturistico con tenda e sacco a pelo, su una “bici” di 21 kg, senza marce, senza ammortizzazioni, quasi senza freni (tanto che è necessario appiedare per certe discese) e con una resistenza aerodinamica doppia rispetto a una bicicletta normale. Cordiali saluti Massimo Zaffari

    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco

    Anche se mi sono allenato per 5 anni tra il ghiaccio e le nevi delle Dolomiti e questo è stato il mio 4° tentativo (inverno e primavera con giri massacranti), devo dire che non sono mai partito con l’idea di realizzare un’impresa atletica. Per me lo sport non è vincere gare, ma cavalcare emozioni, inseguire sogni, vivere magie, magari dentro un grande Viaggio. Certo, volevo anche mettere alla prova i miei limiti fisici, ma quello che volevo veramente era riscoprire quel desiderio di restare stupito da me stesso. Per questo, mi sembrava che l’uso di un mezzo bellissimo e originale fosse una buona garanzia; mi sembrava che un mezzo tanto assurdo quanto affascinante fosse degno di una delle mete più belle d’Europa. E così a fine febbraio sono partito col mio velocipede, “La Penny”, per unire i due estremi sud e nord di questo continente, nella mia personale “Europe: coast to coast”. Così non solo ho visto paesaggi e città di una bellezza mozzafiato, ma grazie alle proprietà magnetiche e ipnotiche della mia Penny, ho potuto anche incontrare tante persone e capire se, e come, cambiano le caratteristiche degli europei (peraltro meno di quello che mi aspettavo). Sono proprio le persone che fanno la differenza tra un grande viaggio e il semplice itinerario. Per arrivare a questo, bisognava entrare nelle case delle persone, per una colazione, uno spuntino, o addirittura una notte intera. A tavola si possono capire tante cose di una cultura diversa dalla tua. Ho fatto di tutto per vivere un viaggio incentrato sull’incontro di nuove persone. E il successo mi è stato servito su un piatto d’argento nel momento in cui, un mese prima della partenza, ho visto volatilizzarsi il mio gruzzoletto di 5000 Euro, accumulato in anni. E così sono partito con 16,47 Euro, una somma talmente ridicola che mi ha obbligato a cercare il contatto umano per ricevere aiuto e ospitalità. La Sicilia e il Sud dell’Italia sono stati una buona palestra per imparare a trattare (ospitalità per amicizia). Gli alloggi della Sicilia per esempio sono merito di Sandro Contarino e di Sante Parisi a Siracusa. Ho dormito a casa di perfetti sconosciuti che mi hanno accolto come uno di famiglia: il primo alloggio da uno sconosciuto l’ho trovato per es. ad Acireale, da Fabrizio Cosenza. Successivamente ci sono state le parrocchie di Rombiolo, Scalea e Montevarchi; le case di sconosciuti incontrati per strada come Pio Perruzzini e Alessandra Croci, Pasquale da Orvieto, o di colleghi amici come Marco Apolloni, Stefano Gabrielli, Fabio Del Tessandoro e Lorenzo Mondo. Mas il caso più incredibile è quello di una famiglia in Norvegia che dopo 30 secondi di conversazione, mi hanno lasciato le chiavi di casa, scusandosi che non potevano stare con me perché erano in partenza per le vacanze. Sono decine le persone che mi hanno aiutato, e tanti di loro hanno poi ricevuto una mia cartolina di ringraziamento. Ma incredibile è il numero di persone, credo una decina che ho incontrato ripetutamente, 2-3 anche 4 volte durante il viaggio, anche a distanza di 1 mese dal primo incontro. C’era chi mi conosceva per sentito dire: ero noto come “Massimo il Siciliano”. Ho viaggiato con un’attitudine quanto più divertita e ottimista possibile, nonostante la mia totale imperizia davanti alle varie rotture meccaniche: 8 raggi e 4 cuscinetti, la cui sostituzione è stata possibile grazie alle persone incontrate sulla strada (come quella volta miracolosa che con i cuscinetti completamente andati, ho incontrato in una cittadina deserta della Sassonia l’unico costruttore di velocipedi di tutta la Germania!!). Ottimista anche dopo il mio incidente da caduta a Viterbo (che mi ha bloccato per 2 settimane) e che mi ha portato in seguito una strisciante ansia per via degli interminabili acciacchi alla gamba destra, che però mi hanno portato a incontrare un totale di 20 fisioterapisti, 2 olistici, 2 massaggiatori e 1 santone. Quest’ultimo, in un campeggio delle Lofoten, mi ha praticato un massaggio alla schiena, mentre ero steso su un tavolo da picnic proprio quando ha iniziato a piovere. Sono arrivato a improvvisare anche l’agopuntura cinese (mai praticata prima), sulla base di una videochiamata a distanza: dopotutto ero nell’estremo nord della Svezia, in mezzo al nulla, senza nessuno che potesse darmi un’occhiata, e non avrei potuto neanche prendere un treno per ritirarmi. Quindi dovevo rischiare il tutto per tutto. E comunque mi dicevo sempre: io lassù ci arriverò a qualunque costo, anche con le ruote quadrate! Per non parlare del Dumpster Diving, quella pratica usatissima dai cicloturisti in Norvegia, a cui non avrei mai e poi mai pensato di ricorrere in tutta la vita, ma che lassù invece è un’istituzione.

    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Sicilia Capo Nord su un velocipede ottocentesco
    Ho applicato anche un bel po’ di improvvisazione, come per esempio l’itinerario che, in linea col mio spirito pioneristico, ho cambiato più volte (come quella volta che ho aggiunto 400 km e 6000 mt di dislivello, deviando dalla Svezia verso le magnifiche isole norvegesi  Lofoten e Senja, rischiando però la disfatta visto che lì la settimana prima c’erano venti a 55 km/h); o come il piano di rientro, che non c’è mai stato: infatti ho sempre pensato all’impresa come una specie di Suicide Mission, in cui avrei dovuto abbandonare la Penny sotto il globo di Capo Nord; tutto ciò perché non esisteva un piano di recupero del velocipede, e speravo in un ritorno in autostop su un camper di italiani. Ma anche un bel po’ di strategia, come quando, obbligato da un piccolo incidente alla schiena, ho dovuto abbandonare i vestiti invernali negli ultimi 1000 km prima di Capo Nord, per alleggerirmi: anche qua ho dovuto scegliere tra la comodità del calduccio e l’impresa. Ma per fortuna, per temprarmi e resistere al freddo, mi ero preparato tanto, anche con immersioni invernali sotto la superficie ghiacciata dei Laghi di Bolzano. Da Viterbo a Berlino (1500 km) quasi tutti in controvento, con tanti giorni di pioggia. Infatti se c’è una cosa che tutti noi ciclisti odiamo è il controvento: e così ero sempre incollato alle previsioni del tempo per decidere orario di partenza. Anche di notte, da solo, perché a mezzogiorno sarebbe arrivato l’immancabile controvento. E allora strategicamente mi sono trasformato da ciclista in navigatore, in modo da sfruttare o evitare i venti, e stancarmi il meno possibile (ripeto che questa bici non ha le marce). Ho combattuto contro la mia ancestrale paura di animali come lupi, orsi, alci e persino i ghiottoni (ghiotti di cosa?, mi son chiesto per tutti i 1500 km della Svezia). Tra questi, per fortuna, ho incontrato solo 2 imponenti alci; ma anche renne, castori, volpi, aquile e addirittura 2 balene. Come deterrente avevo lo spray al peperoncino, ma anche dei fiocchi d’avena, ma anche tante canzoni da cantare da solo, possibilmente in più tonalità, in modo da sembrare in tanti. Ma la soddisfazione di aver realizzato un sogno che avevo fin da quando ero un bambino che fissava carte geografiche appese al muro, va di pari passo con il ricordo di tutte quelle persone piene di sentimenti ed emozioni che ancora mi porto nel cuore. Con il racconto della mia avventura, spero tanto di essere riuscito a ispirare qualcuno a osare, a uscire dalla routine, a mettersi in gioco per provare a superare i propri limiti. La cosa più importante è continuare a rimanere stupiti di sé stessi. Credo che la meraviglia sia la migliore arma contro la depressione. Per approfondimenti, foto e video con numerosi aneddoti di viaggio: Instagram @massimo_zaffari, autore del libro-diario: “Tr Continua a leggere

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